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La nuova mentalità di Flavio Cobolli

Il romano è soddisfatto del percorso intrapreso in questi mesi, sublimato dal bel match contro Alcaraz. “Tranquillità e serietà: i risultati arriveranno”

Ci sono ancora alcuni big in gara, ma – almeno tra gli italiani – il giocatore di più alta classifica all’ASPRIA Tennis Cup – Trofeo BCS (73.000€, terra battuta) è rimasto Flavio Cobolli. Pur avendo origini del Chianti (da parte della madre) e addirittura istriane (da parte del padre, il nonno era un ammiraglio), ed essendo nato a Firenze, si sente romano (“e romanista” tiene a precisare): non potrebbe essere altrimenti per chi si è trasferito nella capitale ad appena un anno e ha giocato a lungo nelle giovanili della Roma, laddove era un valido terzino destro. Ma il tennis era nel sangue, anche perché papà Stefano è stato un ottimo giocatore nei primi anni 2000. E oggi gli fa da coach. Cobolli è partito in modo impeccabile, rifilando un netto 6-4 6-0 a Michael Vrbensky. Il modo migliore per approcciare il terzo scontro diretto contro Federico Gaio (subito in campo mercoledì, non prima delle 16.30: precedenti dicono 1-1). Ma com’è giocare il primo turno di un Challenger contro il numero 347 dopo aver sfidato Carlos Alcaraz al Roland Garros? “Ovviamente lo stadio è diverso, ma non c’è nessuna differenza nell’approccio: che sia un top-player o un qualificato io provo sempre a dare il massimo e vincere – racconta Cobolli – quello è il mio obiettivo, oltre al desiderio di migliorare giorno dopo giorno. Sono contento della prestazione di oggi, così come delle emozioni vissute contro Alcaraz”. A proposito di Alcaraz: nel terzo set contro il n.1 ATP, sul Campo Suzanne Lenglen, il romano ha dato l’impressione di divertirsi parecchio. “Ho avuto bisogno di ambientarmi su un campo così grande e un avversario così forte. Non avevo mai giocato contro un top-10, mi è capitato addirittura il numero 1. Sono contento di come ho vissuto l’esperienza e reagito a un inizio traumatico, ero sotto 6-0 2-0 e sembrava tutto in salita. Invece sono stato bravo a tenere duro e testare i miei limiti. Credo di averli superati, sono soddisfatto, mi sono divertito molto e spero di avere altre occasioni”. Numero 150 ATP, lo scorso anno si è arrampicato fino al numero 133 dopo un 2021 in cui aveva avuto una scalata vertiginosa. E il 2023 come sta andando? “Direi che la prima parte di stagione è stata molto positiva – racconta – venivo da un 2022 intenso, in cui ho vissuto emozioni contrastanti. La mia reazione è stata molto chiara. Questa è la strada giusta da prendere, sono migliorato in tante cose, ne sono contento e piano piano i risultati arriveranno”.

UN BEL GRUPPO DI AMICI

Cobolli è un giocatore che non lascia indifferenti: ha un gioco brillante, ama coinvolgere il pubblico, spesso la gente si schiera con lui. A oggi, tuttavia, ha vinto soltanto due titoli: un ITF e un Challenger. “Chiaramente mi manca la sensazione di sollevare un trofeo, però nel tennis ci vuole continuità. Vincere un torneo è importante, ma ne vinci uno e poi non sei costante non conta niente. Oggi la mia mentalità è cambiata: adesso voglio vincere ogni partita, senza fare sconti. Provo a dare sempre il massimo e divertirmi sul campo. Per quello che verrà… lo deciderà il destino”. Cobolli sposa la tesi secondo cui la vera differenza tra i campioni e i buoni giocatori non stia nel livello, bensì nella capacità di essere costante. Ma come si fa a diventarlo? “Bella domanda. Io posso dire che negli ultimi mesi mi sono allenato meglio ed è arrivata la costanza. Credo che stare bene fuori dal campo, essere tranquilli, allenarsi con professionalità e dare sempre il 100% aiuti a essere continui ed efficaci. È stata la chiave dei miei ultimi mesi. Tranquillità e serietà: voglio andare avanti così”. Il torneo dell’ASPRIA Harbour Club, dunque, rappresenta un’importante tappa di passaggio di una progressione che sembra vicina a una svolta. Un torneo in cui ci sono tanti amici: sul suo account Instagram, Cobolli ha condiviso una story che lo ritrae in giro per Milano insieme a Nardi, Gigante e Serafini. I primi due sono negli ottavi all’ASPRIA Tennis Cup. “Siamo davvero un bel gruppo, più amici che rivali – dice Cobolli – poi è ovvio andare più d’accordo con qualcuno. Io sono cresciuto con Matteo Gigante, nel tennis è lui il mio amico d’infanzia. Poi ho diversi amici, penso a Julian Ocleppo e Andrea Pellegrino. Un altro mio grande amico è Giulio Zeppieri, con Gigante formiamo un bel trio di laziali. Però vorrei sottolineare che tra noi non c’è rivalità, ci scriviamo spesso quando non siamo negli stessi tornei, ci sentiamo quasi tutti i giorni e ci aiutiamo a vicenda”. E chissà che questo spirito non possa aiutare gli azzurri a spingersi alle fasi decisive del torneo, laddove l’ultimo italiano a vincere è stato proprio un romano, quel Gian Marco Moroni che si è imposto nel 2021. Con dieci azzurri su sedici negli ottavi, la speranza è legittima.

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