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Pedro Cachin, la scommessa di Alex Corretja

Il 2021 sta dando grandi soddisfazioni a Pedro Cachin, 26enne della remota provincia argentina che ha trovato in Alex Corretja un coach – mentore – fratello maggiore. A Milano è nei quarti e adesso sfida Holger Rune. Sconfitta con rimpianto per Zeppieri: si blocca a due punti dal successo.

I tornei Challenger offrono spesso storie curiose ed emozionanti. Basta cercarle. E l’ASPRIA Tennis Cup – Trofeo BCS (44.820€, terra battuta) ne sta raccontando una davvero speciale. A inizio stagione, Pedro Cachin si trovava intorno al numero 380 ATP. Veniva da un lustro di battaglie nei tornei minori e qualche aspettativa delusa, come quando non diede seguito al suo primo titolo Challenger a Siviglia 2015, quando batté in finale Pablo Carreno Busta. Un infortunio alla vertebre nel 2016 e uno alla caviglia nel 2019 lo avevano ulteriormente rallentato. “Poi nel 2020 è arrivata la pandemia – racconta – però è stato un anno molto utile per pensare. Mi sono domandato cosa volessi fare, se continuare tra alti e bassi oppure provarci per davvero. Sono giunto alla conclusione che volevo provarci al 100%. Ho cambiato allenatore, assumendo Dante Gennaro (ex giocatore che già conoscevo)… ed eccoci qua”. Sei mesi dopo, ha già vinto tre tornei (due ITF e il suo secondo Challenger, a Oeiras). È numero 278 ATP, ma i punti raccolti – senza le classifiche congelate – gli avrebbero permesso di essere ancora più in alto. “Avevo bisogno di qualcuno che, più che parlarmi di tennis, avesse la mia stessa forte motivazione. In Dante l’ho trovato, anche perché per lui è la prima esperienza da allenatore. Il nostro obiettivo era arrivare a giocare le qualificazioni dell’Australian Open 2022, perché in tutta la mia carriera non ho mai giocato in Australia. Ne parlano tutti bene, dunque per me è una grande motivazione”. A suon di vittorie, tuttavia, gli obiettivi sono cambiati: Cachin è in discreta posizione per giocare addirittura lo Us Open a fine agosto. “Infatti sto giocando per questo” racconta dopo il netto successo contro Tristan Lamasine, sul Campo Centrale dell’ASPRIA Harbour Club. Un 6-1 6-4 in cui ha tenuto a bada la velocità di palla del suo avversario. Nei quarti avrà un test molto affascinante contro il baby-fenomeno Holger Rune, impeccabile nel tenere a distanza Malek Jaziri (6-3 6-1 lo score).

BARCELLONA, 6 MAGGIO 2014

Se hai un buon livello di gioco, e io credo di averlo, nel tennis tutto è possibile – racconta Cachin – nella singola giornata, tutti possono battere tutti. Sul lungo periodo, invece, sai che vinceranno sempre gli stessi. Io oggi potrei vincere questo torneo, perdere al primo turno di un torneo ITF o raggiungere il terzo turno a Wimbledon. Personalmente, penso di poter fare il grande salto. Devono mettersi insieme parecchie cose, ma ne sono fermamente convinto”. In effetti è già successo a un suo connazionale e coetaneo, Juan Ignacio Londero. “Ma attenzione – dice Cachin – prima di vincere il torneo ATP di Cordoba veniva da una grande stagione. La settimana prima di quel torneo ci allenammo insieme a Buenos Aires. Faticavo a stargli dietro, così dissi al suo coach che secondo me stava per fare qualcosa di grande. Non aveva vinto una sola partita nel circuito ATP e ha vinto il torneo, peraltro battendomi nei quarti. Penso di poter fare qualcosa di simile, ma prima di un exploit così importante ci vuole almeno un anno giocato molto bene”. Nato a Bell Ville, piccola città nella provincia di Cordoba, Cachin risiede a Barcellona da sette anni. Nella sua scheda sul sito ATP (non aggiornata) c’è scritto che è allenato da Alex Corretja. Quando gli chiediamo qualcosa di più, ci racconta una bella storia. “Quando avevo 13 anni sono andato ad allenarmi a Villa Maria, a una sessantina di km da casa. Nel primo anno facevo il pendolare, poi sono rimasto a Villa Maria per quattro anni. Lì c’era una persona che conosceva Corretja e gli chiedemmo se poteva metterci in contatto con la sua società, anche solo per allenarmi. Per fare il professionista, non potevo certo restare lì. Sono andato a Barcellona con mio padre, ma non capitava mai di incontrarlo, visto che è sempre in giro a causa di tanti impegni. Poi, finalmente, ci siamo incontrati per un allenamento il 6 maggio 2014. Gli sono piaciuto, poi la settimana successiva mi ha seguito a un torneo ITF”. Cachin ha superato anche la seconda prova, e così si è sentito dire le parole magiche da Corretja. “Ti vogliamo con noi, ti alleneremo e ti farò anche da fratello maggiore”. Già, perché suo padre non poteva certo restare in Spagna. “Devo tantissimo a Corretja: è stato un grande campione, eppure non ha mai perso il contatto con la realtà. Può capitare, iniziando a frequentare un certo mondo, invece lui ha scelto di dare una possibilità a un ragazzo argentino che veniva da un piccola città. Da lui ho imparato tantissimo, anche se all’inizio è stata dura perché mi sembrava tutto difficile, quasi non credevo che fosse in campo con me. Adesso siamo una famiglia, parlo spesso con sua figlia ed è il primo che si preoccupa del mio tennis e di tutto il resto. Inoltre è un profondo conoscitore del tennis, è arrivato al numero 2 del mondo senza avere un talento straordinario. Mi rispecchio nel suo gioco: non ho il servizio di Isner o un dritto fulminante, ma devo lottare e soffrire per costruirmi il punto”. Forte di questa consapevolezza, Cachin si sta costruendo la carriera. E sente di essere solo all’inizio.

I CRAMPI BEFFANO ZEPPIERI SUL PIÙ BELLO

Termina con qualche rimpianto l’avventura di Giulio Zeppieri. Col senno di poi, la sconfitta contro Hugo Grenier è da considerarsi una delusione. Il francese è un giocatore di categoria, ostico, grintoso, ma – almeno oggi – era battibile. Zeppieri ha vinto con sufficiente agio il primo set, ma nel secondo gli è stato fatale un break all’ottavo game. Sullo slancio, Grenier è andato avanti anche nel terzo. A quel punto, Zeppieri ha iniziato a giocare meglio e ha raccolto quattro game consecutivi, anche grazie all’aiuto del suo avversario: Grenier ha commesso doppio fallo sulla palla break sia sul punto del 3-3, sia su quello che ha sancito il 5-3. Quando il match sembrava in dirittura d’arrivo, Zeppieri si è un po’ disunito. A un certo punto, complice il caldo e il quarto match in quattro giorni dopo un periodo di stop, sono arrivati i problemi fisici. “Mi sono incrampato, che devo fare?” ha detto verso il suo clan. Provando a centellinare le energie, ha artigliato il tie-break ed è stato ammirevole nel cercare di non mandare troppi segnali negativi all’avversario. Ha giocato anche alcuni buoni punti, portandosi sul 5-4, ma nel momento clou è stato bravo Grenier: un paio di colpi vincenti lo hanno portato a matchpoint, salvo poi chiudere col punteggio di 3-6 6-3 7-6. La delusione è forte, perché si era aperto un buco interessante in tabellone (nei quarti avrebbe trovato il serbo Pedja Krstin), ma l’esperienza milanese di Zeppieri rimane positiva. Per lui era importante ritrovare il ritmo dopo qualche settimana di stop: la missione è da considerarsi compiuta. La sua carriera è ripartita dall’ASPRIA Harbour Club.

ASPRIA TENNIS CUP – Trofeo BCS (44.820€, terra battuta)
Secondo Turno Singolare

Pedro Cachin (ARG) b. Tristan Lamasine (FRA) 6-1 6-4
Hugo Grenier (FRA) b. Giulio Zeppieri (ITA) 3-6 6-3 7-6(5)
Pedja Krstin (SRB) b. Manuel Guinard (FRA) 6-4 0-6 6-4
Holger Rune (DAN) b. Malek Jaziri (TUN) 6-3 6-1

Primo Turno Doppio
Sadio Doumbia / Fabien Reboul (FRA-FRA) b. Sergio Galdos / Orlando Luz (PER-BRA) 6-3 3-6 10-6
Vit Kopriva / Jiri Lehecka (CZE-CZE) b. Robert Galloway / Alex Lawson (USA-USA) 6-4 6-3
Riccardo Bonadio / Teymuraz Gabashvili (ITA-RUS) b. Evan King / Hunter Reese (USA-USA) 7-6(1) 7-6(5)
Pedro Cachin / Camilo Ugo Carabelli (ARG-ARG) b. Guillermo Duran / Gastao Elias (ARG-POR) 7-6 7-5
Szymon Walkow / Jan Zielinski (POL-POL) b. Raul Brancaccio / Giulio Zeppieri (ITA-ITA) 7-6(3) 6-4

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